13 agosto 2008

Presa di coscienza

Certi luoghi stimolano la mia memoria più di altri.
Quando ti accade qualcosa di profondo, qualcosa che cambierà la tua vita,
la memoria di quel preciso istante rimarrà attaccata per sempre
a quel posto.
E ci sono dei posti il cui odore non cambia mai.
Neanche dopo decenni.
E si sa come gli odori siano il nostro senso più primitivo,
quello più intimamente collegato con la memoria.
Uno di questi luoghi è la cantina di mio nonno.
Era il 28 agosto 1985. La nonna morì improvvisamente.
Non diede il tempo a nessuno di salutarla, di dirle addio.
Si addormentò e non si svegliò più.
Sono trascorsi 23 anni da quel giorno,
ma ancora oggi sono convinto che la nonna Italia
fosse la persona più buona che io abbia mai conosciuto.
Almeno lo era con me. Capiva la mia fragilità.
Cercava di proteggermi, proprio come avrebbe fatto mia madre.
Ecco, quel 28 agosto di 23 anni fa, capii che per quanto fossi circondato
da persone che mi amano e che cercano di proteggermi,
nessuno avrebbe potuto mai evitarmi il dolore, la sofferenza.
Fu una presa di coscienza importante e, in un certo senso,
quel giorno cambiò la mia vita,
perché capii cosa significa perdere una persona cara,
avere la consapevolezza che non la rivedrai mai più,
se non nei tuoi sogni e che, giorno dopo giorno,
mese dopo mese, anno dopo anno, la sua voce svanirà,
il suo viso si "scolorirà" nei tuoi ricordi,
quasi come qualcuno avesse tirato del solvente
nella tua testa, e avesse offuscato quella memoria.
E non ti resta che sfogliare le foto per cercare di "restaurare" quel ricordo.
Sono tornato in quella cantina oggi e
quel ricordo è tornato a galla prepotentemente
con tutta la sua forza.
La forza della disperazione.
La cantina dei nonni è una cattedrale della memoria...

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