17 ottobre 2005

11 anni

Lunedi 17 ottobre 1994.
Quello fu il mio primo giorno all'università.
Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali,
corso di laurea in Informatica.
Ricordo che riponevo tante aspettative nell'università.
Non avrei mai pensato di ritrovarmi ancora qui,
dopo tutto questo tempo.
In questi anni ho conosciuto tante persone e
ho avuto la fortuna di incontrare amicizie vere e sincere.
Penso sia stata un'esperienza importante,
di quelle che ti cambiano la vita.
Mi chiedo cosa sarebbe stato se avessi abbandonato l'università
nel 1996, quando non riuscivo a superare un esame.
Sicuramente non avrei conosciuto Veronica e
sarebbe stato un vero peccato.
Ma non avrei incontrato moltissime altre persone,
importanti per la mia crescita.
In fondo, l'ambiente accademico è rassicurante
(almeno da quando ho finito gli esami :P), è come se mi sentissi a casa.
Inoltre, aver a che fare con persone dal background culturale diverso dal mio,
con persone dalla preparazione scientifica e non,
mi stimola ad imparare cose nuove,
ad avere nuovi interessi e mantenere la mente elastica.
La mia sete di conoscenza non si placa.
Devo aggiungere, onestamente, che inizio a sentirmi
un po' vecchio dinanzi alla marea di matricole che
passano sotto i miei occhi ogni anno.
Penso sia proprio giunto il momento di andare avanti.
11 anni... sembra ieri...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Carissimo GIGI,
ho letto qualche post a ritroso e devo dire che ultimamente la tua penna, pardon la tua tastiera, gira sempre intorno ad una serie di argomenti molto legati fra loro.
Che dire. 11 anni non sono proprio pochi. Pensa che un bambino, o meglio un ragazzo di 11 anni è al suo secondo anno di scuola media, dove comincia a capire che non esiste solo la playstation ed i cartoni animati, dove non basta correre dietro ad un pallone , ma si accorge che c'è molto di più dentro e fuori quella scuola.
Quella scuola dove molto o quasi tutto si dovrebbe imparare. Imparare a vivere, imparare a conoscere la gente, le persone che incontri giorno dopo giorno o le persone che incontrerai. Quella scuola che dovrebbe essere il trampolino di lancio per la vita futura e che molto spesso diventa più facilmente un cannone che ti spara in mezzo al cuore delle persone come un proiettile. :( bowling for columbine ). Ultimamente mi sembra che tu abbia 11 anni, che sia appena al tuo secondo anno di scuola media, haimè ne hai (ne ho) molti di più. E pensare che non molti anni fa alla tua età si era pàdri di un bimbo di 11 anni. Che dire, non sei nè il primo e nè sarai l'ultimo peter pan. Ognuno di noi ha il suo lato da bambino dentro, nascosto da qualche parte. Certo penso che questo tuo diario in qualche modo sia un passo verso la crescita se così la vogliamo chiamare. Un modo per riuscire a comprendere quello che è giusto fare per te. Capisco che è difficile uscire dal guscio e molto di più a quest'età. Io ci provo da anni, ma ancora non ci sono riuscito. porca tr**a!
"In fondo, è giusto crescere senza avere la giusta cognizione del mondo?
Che uomo sarei se mi accorgessi di non aver "vissuto"?" Belle domande. E pensare che mi capita spesso anche a me di pormi quesiti del genere. Sarà questa vita che scorrre inesorabile e non si riesce più a fermarla? Aveva ragione mia sorella, non vedi l'ora che arrivino i 18 anni e di colpo ti accorgi di averne 30.

Insomma il mio primo giorno di università non lo ricordo proprio.
Oltre al fatto che non sono riuscito a d iscrivermi perché me la spassavo a Londra nella mia prima vacanza post moturità, non ho nemmeno preso parte ai precorsi... ho proprio iniziato bene.
Bè alla fine qualcosa sono riuscito lo stesso a portare a casa. Mi è addirittura arrivato l'avviso per ritirare il fottuto pezzo di carta.
Speriamo almeno che stavolta non l'abbiano piegato a metà come hanno fatto con quello originale della maturità!

Ho scritto abbastanza stasera. Magari ci si vede un giorno di questi.
Dov'è che ho letto che per conoscere uno scrittore non si devono leggere le critiche ma quello che scrive?
e ti lascio con due righe

Vedo volti nuovi
vedo abiti scuri
vedo pelli bianche
vedo facce stanche
stanche del dolce far nulla
stanche di non sapere nulla
stanche di avere tutto
stanche di non avere un lutto.
Un lutto che porti rabbia
un lutto che porti forza
un lutto che scuota gli animi
un lutto che dica basta
basta a questa farsa
basta a questa vita
basta a dei sogni irrealizzabili
basta!

Pier ha detto...

Magari ci si vede un giorno di questi... ma hai dimenticato di firmarti! :-)